mercoledì 29 maggio 2013

[A&C] Monetary Policy and Central Banking after the Crisis: The Implications of Rethinking Macroeconomic Theory

Thomas I. Palley, 2011. "Monetary Policy and Central Banking after the Crisis: The Implications of Rethinking Macroeconomic Theory," IMK Working Paper 8-2011, IMK at the Hans Boeckler Foundation, Macroeconomic Policy Institute. 


Se questa crisi è una crisi causata dalla troppa liquidità, concessa dal sistema bancario, che ha creato le bolle nel mercato immobiliare, l’attenzione deve essere posta principalmente alla riforma della Banca Centrale, responsabile tanto della vigilanza sul credito quanto soprattutto della regolazione della liquidità del sistema. L’articolo di Palley parte da questa necessità per proporre delle riforme più complessive della teoria macroeconomica.
Palley, economista keynesiano vicino ai sindacati Usa, osserva innanzitutto che le proposte di riforma hanno due radici diverse: gli economisti insider, quelli che sono interni all’attuale sistema, propongono modifiche che non intaccano le caratteristiche base del sistema, a partire dall’indipendenza della banca centrale e dai suoi obiettivi di inflazione. Al contrario la proposta degli outsider è più generale e porta a cambiamenti profondi del sistema bancario e della teoria dominante(1).

Il primo dogma che gli outsider come Palley si pongono di abbattere è quello dell’indipendenza della Banca Centrale. Infatti osserva che dietro l’indipendenza della Banca Centrale sono avvenuti due “rapimenti”. Il primo, e forse più conosciuto in economia, è il rapimento che il controllato attua sul controllore: questo porta il controllore a rispondere più agli interessi del controllato che a quelli generali, portando i due a coincidere. Il secondo è un rapimento cognitivo, che ha portato la Banca Centrale a utilizzare un modello economico funzionale agli interessi dei controllati. Il primo rapimento mette in evidenza che dietro la presunta indipendenza della Banca Centrale si cela la vicinanza ad alcuni interessi piuttosto che ad altri. In particolare, come osserva Palley, gli obiettivi inflazionistici pongono la Bc vicina agli interessi della finanza, piuttosto che a quelli del lavoro o del capitale industriale(2). Inoltre l’indipendenza della Bc dal potere politico pone problemi democratici: per questo Palley sottolinea come i modelli economici debbano essere compatibili con una realtà democratico-costituzionale(3). Inoltre va reinserito nei modelli il conflitto tra interessi contrapposti, che è stato rimosso dall’indipendenza della Bc in nome del perseguimento di un interesse generale comune(4). Anche per rimuovere questo rapimento, Palley ritiene che sia necessaria una nazionalizzazione(5) della Fed che la sottragga dagli interessi della finanza e dei controllati.

Il rapimento è quello cognitivo, attraverso il quale la Bc si è fatta portatrice di un’unica visione economica escludendo le altre.  Come osserva Palley :

“Nonostante impieghi centinaia di economisti, l’intero sistema della Fed è stato preso alla sprovvista dalla crisi; ha fallito a capire cosa stava succedendo; ed è stato ripetutamente sorpreso dalla profondità e dalla durata della Grande Recessione”(6)

Questa mancanza di pluralismo è indicata da Palley come una delle cause che hanno impedito la previsione della crisi(7) e che ne ha reso imprevedibile la durata agli occhi delle Bc(8). Uno dei compiti della Bc dovrà quindi essere quello di promuovere il pluralismo in materia economica.

Da un punto macroeconomico più generale Palley propone dei diversi obiettivi per la Bc. Invece del NAIRU monetarista, viene proposto il Minimum unemployment rate of inflation(9), che ribalta la concezione precedente. Più in generale Palley osserva che non sono sufficienti i controlli del tasso di interesse a breve e gli obiettivi di inflazione per governare il sistema finanziario ed economico. La Bc deve poter imporre obblighi di capitale di composizione dello stesso alle istituzioni finanziarie, in modo da controllarne i bilanci, il rendimento e l’utilizzo dei capitali che possiedono. Inoltre propone di rendere nuovamente non remunerato il deposito delle istituzioni finanziarie presso la Banca centrale. E quando si riferisce a queste, Palley si concentra più sulla funzione delle varie entità, piuttosto che sulla loro forma giuridica.

Un’ultima proposta interessate, tra le tante contenute nell’articolo, vi è la fine dei finanziamenti della finanza alla politica(10).

Appunti  e commenti

Non si può negare che la Fed, la Banca Centrale americana, porti molte responsabilità in questa crisi. Le politiche adottate negli ultimi 20 anni hanno determinato la creazione di due gigantesche bolle speculative, quella delle dot.com e quella dei mutui subprime, che hanno aggravato lo stato di crisi capitalistica preesistente. Quindi qualsiasi risposta a questa crisi deve partire da una riforma della Fed. Palley nel suo articolo avanza molte proposte (di molte non ho parlato) che vanno verso un assetto maggiormente democratico e più controllato. Queste, riassumendole, rappresentano un completo ribaltamento delle politiche attuate dagli anni ‘70 in poi, basate sulla fede nel mercato e sulla sua efficienza. Al contrario bisogna riportare il sistema economico sotto il controllo politico e inserirvi il conflitto tra interessi contrapposti per la sua direzione. Infatti, come analizza Palley, gli interessi dominanti, dietro i modelli e le politiche imposte nell’ultimo quarantennio, sono esclusivamente gli interessi della rendita finanziaria.

Poiché Palley è americano, si pone come obiettivo la propria Bc. Ma noi italiani ed europei dobbiamo porci domande sulla Bce. Se la Fed è apparsa come la causa della crisi, la Banca Centrale Europea porta la pesantissima responsabilità dell’aggravarsi e del prolungarsi della crisi europea. La struttura rigidamente monetarista, il rigore nell’applicazione di norme economicamente assurde, ha portato l’Europa a diventare il centro della crisi mondiale e sta condannando intere nazioni a decenni di povertà e disoccupazione. Se la Fed, almeno formalmente deve perseguire due obiettivi, la Bce ne ha uno solo: il controllo del tasso di inflazione a prescindere dal ciclo economico. Nei suoi obiettivi non vi rientra la piena occupazione, perciò, per ottenere la stabilità dei prezzi, è pronta a creare disoccupazione. L’ossessione per i debiti pubblici si aggiunge a questa norma assurda.

Infine non bisogna dimenticare che questa crisi economica non è sono finanziaria e che le radici vanno oltre la finanza. Non si deve cioè fare l’errore di pensare che le cause di questa crisi siano da cercare esclusivamente in una mancata regolazione del sistema, oppure in obiettivi di politica economica sbagliati. Le crisi sono connaturate al sistema economico capitalista e, finché questo esisterà, si evolverà tramite crisi economiche. La differenza tra l’attuale modello economico e quello keynesiano, supportato da Palley, è nella gravità di queste crisi e nella loro lunghezza.


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Note

(1) “I programmi degli insider non propongono alcun cambiamento alla teoria macroeconomica e sono acritici rispetto alle passate azioni della Fed. Da questa prospettiva qualsiasi fallimento della Fed è stato un involontario peccato di omissione. I programmi degli outsider sfidano alle fondamenta la teoria macroeconomica esistente e sono molto critici della Fed. Da questa prospettiva i fallimenti della Fed sono dolosi radicati in “rapimento politico” e cognitivo e in un’euforia intellettuale” p.2-3

(2) “Il capitale finanziario è molto propenso a preferire la bassa inflazione per proteggere la ricchezza finanziaria; il capitale industriale preferisce una forte economia reale e una bassa inflazione per spingere la domanda e i profitti; i lavoratori vogliono il pieno impiego per alzare i salari reali” p. 9

(3) “In questo senso, lo schema di indipendenza della Banca Centrale è sbagliato. Al contrario, lo schema dovrebbe instaurare istituzioni che si esprimono al meglio all’interno di una democrazia costituzionale” p. 10

(4) “Queste assunzioni rimuovono il conflitto sugli obiettivi politici e il conflitto su come funziona l’economia e su che cosa è economicamente possibile”

(5) p. 11

(6) p.12

(7) “Questi gruppi hanno spinto per una pulizia intellettuale di tutti quelle che erano in disaccordo con il nuovo consenso economico” p. 12

(8) “Visto in questa luce, il fallimento della Federal Reserve riflette una mancanza di pluralismo radicato in una credenza fondamentalmente sbagliata che si avesse accesso alla verità, e che il proprio modello era il modello vero.” p.13

(9) p. 16

(10) p. 28

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